Uccelli Passeracei.

Un'Allodola

Condividi email facebook pinterest instagram pinterest pinterest

INTRODUZIONE - CROCIERI - CROCIERE DELLE PINETE (Loxia pityopsittacus) - CROCIERE COMUNE (Loxia curvirostra) - CROCIERA FASCIATO (Loxia leucoptera bifasciata) - VERDONE PARROCCHETTO (Psittirostra psittacea) - CIUFFOLOTTI - CIUFFOLOTTO PAPPAGALLO (Paradoxornis flavirostris) - CIUFFOLOTTO DELLE PINETE (Pinicola enucleator)

CIUFFOLOTTO ROSEO (Carpodacus roseus) - CIUFFOLOTTO CARMINIO (Carpodacus erythrinus) - CIUFFOLOTTO DELLA SIBERIA (Uragus sibiricus) - CIUFFOLOTTO DEL DESERTO o TROMBETTIERE (Erythrospiza githaginea) - CIUFFOLOTTO (Pyrrhula vulgaris) - VERZELLINO (Serinus canarius serinus) - CANARINO (Serinus canarius canarius)

FRINGUELLI - FRINGUELLO COMUNE (Fringilla coelebs) - PEPPOLA (Fringilla montifringilla) - FRINGUELLO ALPINO (Montifringilla nivalis) - FRINGUELLO D'INVERNO (Nyphaea hiemalis) - FANELLO COMUNE (Carduelis cannabina) - FANELLO MONTANO (Carduelis montium) - ORGANETTO (Carduelis linaria) - LUCARINO (Carduelis spinus)

CARDELLINO (Carduelis carduelis) - CARDELLINO AMERICANO (Carduelis tristis) - PASSERI - PASSERO DOMESTICO o PASSERO OLTREMONTANO (Passer domesticus) - PASSERO ITALIANO (Passer italiae) - PASSERO SPAGNOLO (Passer hispaniolensis) - PASSERO DELLE PALUDI (Passer salicicolus) - PASSERA MATTUGIA (Passer montanus) - PASSERO MODESTO (Pyrgitopsis simplex) - PASSERO DORATO (Chrysospiza lutea)

PASSERA LAGIA (Petronia petronia) - FROSONI - VERDONE (Chloris chloris) - FROSONE (Coccothraustes coccothraustes) - FROSONE VESPERTINO (Hesperiphona vespertina) - GEOSPIZA DAL LUNGO BECCO (Geospiza magnirostris) - FRINGUELLI PAPPAGALLI - FROSONE DAL PETTO ROSSO (Coccoborus ludovicianus) - CARDINALE DELLA VIRGINIA (Richmondenia cardinalis) - DOMENICANO o CARDINALE CIUFFOROSSO (Paroaria cucullata) - CIUFFOLOTTINO (Sporophila gyrinorhyncha) - FRINGUELLO DIADEMATO (Catamblyrhynchus diadematus) - PITILO CERULEO (Pitylus coerulescens) - FRINGUELLO PAPPAGALLO DEL BRASILE (Caryothraustes brasiliensis)

CAPI (Saltator coerulescens) - RARITA o RARA (Phytotoma rara) - TANAGRE - TANAGRA ORNATA (Tanagra ornata) - TANAGRA ROSSA (Pyranga rubra) - TANAGRA ESTIVA (Pyranga aestiva) - CALLISTE DALLA NUCA ROSSA (Calliste festiva) - TAPIRANGA DEI BRASILIANI (Ramphocelus brasilianus) - AVERLA DALLA TESTA NERA (Lanio atricapillus) - GUTTARAMA (Euphone violacea) - AMADINE - AMADINA FASCIATA (Amadina fasciata) - AMADINA DALLA TESTA NERA (Spermestes cucullata) - FRINGUELLO PORPORINO (Phrenestes ostrinus) - FRINGUELLO CANNAIOLO DAL PETTO CASTANO (Donacola castaneothorax) - FRINGUELLO CANNAIOLO DALLA DOPPIA FASCIA (Donacola bivittata) - CLOEBIA MIRABILE (Chloebia mirabilis)

UCCELLO DELLE RISAIE (Padda oryzivora) - FRINGUELLO DAL PETTO GIALLOGNOLO (Pytelia subflava) - FRINGUELLO SANGUIGNO (Logonisticta minima) - FRINGUELLO VARIOPINTO (Emblema picta) - IPOCHERA ORIENTALE (Hypochera ultramarina) - BENGALI o BENGALINO (Mariposa phoenicotis) - ASTRILDA ONDULATA (Astrilda undulata) - TESSITORI - TESSITORE REPUBBLICANO (Philaeterus socius) - TESSITORE GIALLO (Ploceus galbula) - BAYA o TESSITORE DI GIAVA (Nelicurvius baya) - DIOCH o TESSITORE DAL BECCO SANGUIGNO (Quelea sanguinirostris)

TAHA (Taha abyssinica) - TESSITORE DEI BUFALI (Textor erythrorhynchus) - TESSITORE DAL BECCO BIANCO (Textor alecto) - TESSITORE DI DINEMELL (Textor dinemelli) - VEDOVE - VEDOVA DALLO STRASCICO (Chera cafra) - VEDOVA DAGLI OMERI GIALLI (Coliuspasser flaviscapulatus) - VEDOVA DEL PARADISO (Steganura paradisea) - VEDOVA DOMENICANA (Vidua serena) - VEDOVA REALE (Tetraenura regia) - FRINGUELLI ZIGOLI - PASSERO DALLA GOLA BIANCA (Zonotrichia albicollis) - FRINGUELLO MATTUTINO (Zonotrichia mattutina) - PASSERO ARBOREO DEL CANADA (Spizella canadensis) - FRINGUELLO DELLE SAVANE (Passerculus savannus) - FRINGUELLO MARITTIMO (Ammodromus maritimus) - ZIGOLI - ZIGOLO DAL CIUFFO (Gubernatrix cristatella) - STRILLOZZO (Emberiza calandra)

ZIGOLO GIALLO (Emberiza citrinella) - ORTOLANO (Emberiza hortulana) - ZIGOLO MUCIATTO (Emberiza cia) - ZIGOLO CAPINERO (Emberiza melanocephala) - MIGLIARINO DI PALUDE (Emberiza schoeniclus)

ZIGOLO DI LAPPONIA (Calcarius lapponicus) - ZIGOLO DELLA NEVE (Plectrophenax nivalis) - LODOLE - CALANDRA (Melanocorypha calandra) - CALANDRELLA (Calandrella brachydactyla) - LODOLA MORA (Melanocorypha yeltoniensis)

LODOLA DEL DESERTO (Ammomanes deserti) - LODOLA ZIGOLO DALLA TESTA NERA (Pyrrhulauda leucotis) - LODOLA ALPINA (Eremophila alpestris) - CAPPELLACCIA (Galerida cristata) - TOTTAVILLA o MATTOLINA (Lullula arborea) - PANTERANA o LODOLA o ALLODOLA (Alauda arvensis) - LODOLA SENTINELLA (Macronyx capensis) - LODOLA CORRIERA DEL DESERTO o LODOLA BECCO CURVO (Alaemon alaudipes)

Coronavirus Covid-19.

-^

Animali Uccelli Passeracei

VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - PASSERACEI

LODOLA DEL DESERTO (Ammomanes deserti)

E' questa una delle lodole più piccole, fornita di becco robusto e di media grandezza e di ali larghe, lunghe e acute; la coda è di medie proporzioni, e più o meno troncata alla fine. La lunghezza non supera i tredici centimetri, e l'apertura delle ali si aggira sui venti. I suoi colori rispondono alle abituali esigenze di mimetizzazione che sono caratteristiche in ogni specie della famiglia, e si avvicinano perciò a quelli delle zone desertiche in cui abita: le parti superiori sono grigio-giallicce, con striature scure sulla gola, e il loro colore è generale nel resto del corpo, con l'eccezione dei margini delle remiganti, rossastri, e delle timoniere che tendono al nero. Il regno della Lodola del Deserto è, come dice il nome, il deserto africano: non si interessa affatto alle zone coltivate, e si stabilisce e si riproduce tra le aride sabbie, frequente in Egitto in mezzo ai grandiosi avanzi della civiltà faraonica, fra le rovine dei templi. Vive in coppie o in branchi, ed è eccezionale la sua adattabilità all'ambiente: le sono sufficienti pochi metri quadrati di deserto sparso di pietre e di stentate vegetazioni, alle quali si affeziona al punto che, a distanza di giorni, è possibile ritrovarla sullo stesso rametto, sulla stessa pietra. Di carattere tranquillo e grazioso, si muove sulle sabbie con grande agilità e destrezza, e il suo canto si compone di note semplici e melanconiche, rispondenti, si direbbe, alle desolate immensità tra le quali si dispiega. L'opera di riproduzione ha inizio nei primi mesi dell'anno, ed il maschio la annunzia col suo canto sommesso e gradevole, muovendosi allegramente intorno alla compagna. Il nido viene situato negli spacchi delle pietre in modo che assai difficilmente può essere scoperto. Il numero delle uova è il solito. Tratti caratteristici della Lodola del Deserto sono la franchezza e la confidenza dell'uomo, dal quale sembra che si aspetti di essere non minacciata, ma protetta: è molto facile avvicinarsi a lei, ed essa stessa entra tranquillamente nelle tende dei nomadi, che si guardano bene dal perseguitarla.

LODOLA ZIGOLO DALLA TESTA NERA (Pyrrhulauda leucotis)

Scendendo ancora nella scala delle proporzioni, troviamo le lodole zigolo che costituiscono la specie nana della famiglia, contraddistinte inoltre dal becco corto e grosso e dalle grandi ali. In lunghezza misurano sui dodici centimetri, con la coda di cinque, le singole ali di sette e l'apertura alare di quasi venticinque: singolarmente, il maschio è in questo caso leggermente più piccolo delle femmine. Il piumaggio, come si deduce dal nome, è nero sulla testa, e anche le parti inferiori sono del medesimo colore; le guance ed un collare intorno alla nuca sono bianchi, il dorso color cannella, i fianchi grigiastri e le remiganti e le timoniere brune. Becco e piedi sono di una chiara tonalità gialla, e l'occhio bruno. La Lodola Zigolo dalla testa nera vive e si propaga nel centro dell'Africa, dalla costa orientale all'Atlantico e fino alla regione del Capo: anch'essa rifugge dai rilievi e dai boschi, preferendo le zone pianeggianti. Con l'uomo si mostra confidente, e la si trova nei dintorni dei villaggi e persino tra le case, se non mancano nei dintorni i luoghi aperti che predilige. I suoi costumi richiamano quelli della sorella del deserto, veloce nella corsa e nel volo, anche se meno elegante di portamento. Il canto emesso nel volo oppure dalle cime degli alberi, sulle quali a volte si posa, è la ripetizione del suo debole ma abbastanza armonioso richiamo. Nidifica tra gennaio e marzo, mettendo a profitto le depressioni del suolo che colma di erbe e materiali diversi: depone di solito tre uova sparse di macchioline brune sul fondo verdastro, e i piccoli, quando sono completamente ricoperti, si presentano con i colori tradizionali delle lodole. Conquistata l'indipendenza, essi si associano agli adulti e formano dei branchi compatti.

LODOLA ALPINA (Eremophila alpestris)

E' una delle specie più graziose della famiglia, svelta di corpo, con due ciuffi di piume volti all'indietro sui lati della testa, il becco dritto e debole, ali lunghe e piedi forti con dita non molto prolungate. I colori sono molto vivaci. Le piume delle parti superiori sono grigio-ruggine, il petto e il ventre tendono al bianco e le remiganti e le timoniere sono nere, con larghi margini bruni. La testa ha un disegno assai grazioso: la fronte è giallastra, la regione auricolare grigio-gialla, e il colore giallo si sfuma nei toni dello zolfo in uno stretto sopracciglio che si allarga posteriormente, sulla gola e sui lati del collo. Una lista che corre al di sopra dell'occhio e si ingrandisce procedendo all'indietro, assieme ad una macchia triangolare foggiata a collare nella regione giugulare, sono di un bel nero vellutato. Il becco è azzurro-corneo, il piede azzurro-grigio e l'occhio bruno-chiaro. I piccoli mostrano le piume delle parti superiori grigiastre nella parte centrale e sfumate di giallo ai margini; nelle inferiori prevale il bianco, anch'esso orlato di giallo, mentre le ali non hanno bordi e sono generalmente tinte di bruno. Quanto alle misure, la Lodola Alpina è lunga circa diciotto centimetri, ha dieci centimetri d'ala e sette di coda; ad ali spiegate raggiunge i trentatré centimetri. E' diffusa in tutta l'Asia settentrionale, e alcune specie affini la rappresentano anche nell'America del nord e in India; in Europa, si è stabilita abitualmente durante il secolo scorso, mentre prima vi era molto rara, ed è comunque limitata alle regioni settentrionali, arrivando alle centrali solo nel corso delle migrazioni, d'inverno. Normalmente si tiene sui monti, ma non è raro trovarla anche nelle zone pianeggianti e nei pressi degli abitati. Si posa indifferentemente sul terreno e sugli alberi, è agile nel camminare e nel volare, e cerca il suo cibo tra semi ed insetti. Le sue migrazioni, che la portano come s'è detto, verso il centro dell'Europa (in Italia la si è trovata in casi sporadici e accidentali), incominciano verso la fine di ottobre, e con l'aprile essa riprende la via dei luoghi che le sono propri, per dare inizio al processo riproduttivo. Il nido viene costruito nelle anfrattuosità del terreno, e la sua fattura mostra una cura maggiore rispetto alle specie affini, soprattutto nella parte interna rivestita di steli finissimi e lane vegetali. La covata è composta di quattro o cinque uova, con il fondo gialliccio e segnato nella parte ottusa, da finissime venature più scure. I soggetti osservati in cattività mostrano un carattere piacevole, disposto ad accettare, senza irritazione, la compagnia di altri uccelli e ad adattarsi alle loro abitudini.

CAPPELLACCIA (Galerida cristata)

Con questa specie entriamo nel novero delle lodole in senso stretto, caratterizzate da un becco più sottile e da ali meno pronunziate: la nominiamo per prima, perché il suo becco, ancora relativamente forte, si avvicina a quello delle affini finora descritte. Gli altri suoi caratteri sono dati dalla natura tarchiata del corpo, dal piumaggio molle e dal ciuffo del capo. Il piumaggio è molto variabile, compreso tra il grigio-fulvo scuro e il giallo-sabbia chiaro, a seconda dei luoghi che abita; in Europa, ad ogni modo, esso è fulvo-rossiccio nelle parti superiori con la gola chiara o gialliccia, il cui colore si ripete anche nelle parti inferiori. Ogni piuma è segnata nel mezzo da striature scure di lunghezza diversa, assenti solo sulla gola, sulla parte posteriore del ventre ed al di sopra dell'occhio. Nell'abito giovanile, tutte le piume della parte superiore del corpo sono orlate di bianco e macchiate di scuro alla punta. L'occhio è bruno, la mascella superiore grigio-scura e l'inferiore cornea, il piede rossiccio. Le proporzioni della Cappellaccia vanno dai diciassette centimetri della lunghezza, con coda di cinque centimetri, ai dieci delle singole ali, ai trenta dell'apertura alare. Questi uccelli vivono su di un'area vastissima, entro la quale si tengono stazionari, effettuando al massimo delle escursioni. Comunissimi in Italia, sono in complesso diffusi in tutta l'Europa, nell'Asia centrale e meridionale e nell'Africa: si può, in generale, osservare che sono più comuni nelle regioni meridionali che in quelle settentrionali. Non fanno distinzioni, quanto alle zone di residenza, tra le pianure solitarie e i rilievi, tra il deserto e i luoghi abitati; e durante l'inverno la loro mancanza di selvaticità li porta spesso a cercare il cibo tra le case degli uomini, nei cortili e nei fienili. La Cappellaccia è un uccello silenzioso, che si distingue facilmente per il ciuffo che porta quasi sempre rialzato; corre e vola come le specie affini, e il canto, che si ode solo nella stagione degli amori, è leggero e grazioso, molto duttile e variato. Il cibo consiste in sementi e insetti, questi ultimi piuttosto nella stagione buona, durante la quale la Cappellaccia li raccoglie anche per sfamare i propri piccoli, per i quali sono alimento essenziale. I1 nido è costruito al suolo, in campi, prati, vigneti e anche nei giardini prossimi all'abitato, ed è sempre ben nascosto: nella sommaria costruzione si trovano, al tempo della cova, quattro-sei uova gialle o bianco-rossicce, sparse di macchie e punti più scuri. L'incubazione si ripete per due volte, e ad essa provvedono, alternandosi, tanto il maschio che la femmina. Dopo due settimane nascono i pulcini, che i due genitori nutrono abbondantemente: essi lasciano il nido prima ancora di saper volare, saltellando vivacemente sul terreno e vi si acquattano in caso di pericolo. I genitori li assistono fino a che non siano in grado di provvedere a sé stessi, e successivamente passano alla seconda incubazione. A differenza della generalità delle lodole, le cappellacce non sono molto ricercate e perseguitate dai cacciatori: più che da questi, devono guardarsi dagli animali da preda. In gabbia si allevano di rado.

TOTTAVILLA o MATTOLINA (Lullula arborea)

Misura soltanto quindici centimetri di lunghezza e circa ventisette di apertura alare, ed è perciò una delle più piccole tra le lodole diffuse in Europa. Le piume sono superiormente fulve, come in quasi tutte le specie della famiglia, e inferiormente bianchicce con delle striature nere sparse sul petto. Dalla base della mascella superiore parte una fascia chiara che passa sotto gli occhi e circonda tutto il capo. I giovani hanno le piume delle parti superiori marginate di scuro. La Tottavilla, o Mattolina, abita in tutta l'Europa centrale e meridionale, e si trova pure in buona parte dell'Asia; sceglie per sua dimora le pianure più squallide e i boschi e gli scopeti solitari, sdegnando i campi coltivati e i boschi molto fitti. E' un uccello grazioso, agile e rapido nei movimenti, estremamente cauto: se sente incombere una qualsiasi minaccia, reagisce acquattandosi nelle anfrattuosità del terreno con tale perizia da rendersi praticamente introvabile. Il nome scientifico, che la definisce arboricola, è giustificato dalla sua abitudine a non risiedere unicamente sul terreno, come fanno in genere le sue sorelle, ma anche sulle cime e sui rami degli alberi. Il canto è una delle caratteristiche più attraenti di questi uccelli: flebile, ma lieto ed armonioso, lo si sente di giorno e di notte, e se non raggiunge in bellezza quello dell'usignuolo, gli si avvicina tuttavia abbastanza. Inoltre, mentre l'usignolo canta solo per due mesi all'anno, la Mattolina fa sentire la sua voce dal marzo fino all'agosto, e, dopo la muta delle penne, anche durante settembre e ottobre. Poco dopo questo tempo, esaurita anche la riproduzione, le mattoline riuniscono le proprie famiglie, e, unendosi a volte ad altri nuclei familiari, intraprendono le migrazioni che le portano in Africa. Col ritorno della primavera ricompaiono nelle sedi tradizionali, ed iniziano il ciclo riproduttivo. Si formano in questo periodo le coppie, precedute da aspre lotte tra maschi causate dal loro numero, superiore a quello delle compagne; una volta effettuata la scelta, per la quale il maschio mette a profitto, oltre alle sue doti di combattente, tutta la grazia di cui può disporre, si procede alla costruzione del nido. Questo è abbastanza elegante, composto di fuscelli e di erbe secche e situato ai piedi di un cespuglio, tra l'erba o nelle depressioni del terreno. Nel suo interno profondo e soffice la femmina depone da tre a cinque uova, bianchicce con macchie e punti più scuri, e provvede da sola alla cova: il maschio si incarica di procacciarle gli alimenti. I piccoli vengono curati dai genitori per un periodo di tempo relativamente breve dopodiché gli adulti passano alla seconda cova. La Maltolina è largamente sottoposta ai pericoli della caccia, effettuata nelle forme più diverse. In gabbia ha bisogno di cure attente, e non vive mai più di due o tre anni.

PANTERANA o LODOLA o ALLODOLA (Alauda arvensis)

La Panterana, o «Lodola propriamente detta», ha forme agili ed eleganti: è lunga quasi diciassette centimetri, l'apertura d'ali ne misura oltre trenta, la coda, corta e tronca, poco meno di sei. Il colore non si differenzia da quello solito della famiglia nelle parti superiori, con nitide macchie brune sul capo; le parti inferiori sono bianchicce con delle strisce longitudinali più scure sui fianchi. Le redini e i lati del collo sono più chiari che nelle altre specie, le timoniere esterne e il profilo esterno della seconda, in particolare, sono bianchi. L'iride è bruno-caffè, il becco, di forma conica, sottile e piuttosto corto, è color grigio-azzurro. I piedi, color corno, sono esili e muniti di dita corte. La Panterana e le specie affini, che vengono però considerate dai naturalisti delle semplici varietà di una stessa specie, abitano tutta l'Europa e le sue isole, e gran parte dell'Asia. In alcune regioni d'Europa questo uccello è diffuso tale e quale come il passero domestico. Preferisce tenersi nelle zone pianeggianti, sui sassi e sui rilievi del terreno, ma anche in cima ai pali o sugli alberi e sui cespugli. La Lodola nelle regioni europee è messaggera della buona stagione: arriva, se l'inverno non continua troppo rigido, fin dai primi giorni di febbraio, e subito sceglie la sua residenza assegnando dei limiti ben precisi al proprio dominio e difendendoli poi accanitamente contro qualsiasi intrusione. Ha un carattere irrequieto: non sta mai ferma nello stesso posto, corre ora qui ora là azzuffandosi con i suoi simili, chiamando e cantando. Egregia nel volo, che però ha discontinuo, ora se ha fretta tiene strette le ali, ora le agita rumorosamente. Cantando si innalza a poco a poco, perché ha l'abitudine di accompagnarsi con un lento e uniforme battere delle ali; questo esercizio che si protrae, a volte, per diversi minuti, porta l'uccello ad altezze tali che da terra lo si distingue a fatica; ritorna poi descrivendo un grande arco e abbassandosi lentamente, e ad un certo punto, tenendo strette le ali, si lascia cadere a piombo nello stesso posto da cui era partita, per ricominciare poco dopo allo stesso modo. Il suo canto è limpido e sonoro, dotato di una gamma vastissima di modulazioni e di suoni, tutti, nell'insieme, molto gradevoli, compresi quelli di richiamo. Il canto è per questi uccelli una necessità continua: cantano dal primo bagliore dell'alba per tutto il giorno, fin dopo il tramonto, cantano persino durante le zuffe con i rivali, come se la strofa emessa dall'uno suonasse come sfida per l'altro. Cantano anche le femmine e spesso anch'esse prendono parte alle lotte dei maschi. Il nido viene costruito già fin dai primi del mese di marzo, nei campi di grano o anche nelle paludi e sui prati. Tutti e due i genitori scavano una piccola buca o scelgono una depressione del terreno che viene ampliata e arrotondata e infine munita all'interno di vecchie stoppie, varie erbe, radici, fuscelli e crini. La prima covata, che consta di cinque o sei uova, di solito è già compiuta circa a metà marzo. Il maschio sostituisce molto spesso nella cova la sua compagna; quando i piccoli sono nati, appena sono in grado di procurarsi il cibo da soli, i genitori passano alla seconda incubazione e poi, se la stagione è favorevole, anche alla terza. Fra i nemici della Lodola, il primo e più pericoloso è l'uomo, che ne cattura a centinaia col sistema delle reti e con tutti i possibili tranelli, attirato dalla eccezionale qualità delle sue carni. Dopo l'uomo, ve n'è uno altrettanto temuto, ed è il falco lodolaio. Al suo apparire, le lodole ammutoliscono, piombano a terra e vi si accovacciano, cercando di confondersi col colore delle zolle circostanti. Quelle che si trovano in aria e si accorgono troppo tardi dell'avvicinarsi del rapidissimo nemico, cercano la salvezza volando più in alto possibile e tenendosi sempre al di sopra del falco il quale, spesso, non potendo ghermirle che dall'alto, desiste dall'inseguimento e le abbandona. La paura che assale la Lodola all'apparire di questo nemico è tale che essa dimentica il suo timore per l'uomo, e va a cercare scampo vicino agli abitati, nascondendosi tra gli arnesi di lavoro o in mezzo al bestiame. Dotate di una voce armoniosa, facili da addomesticare e disposte ad assuefarsi alle diete più semplici, le lodole sono delle ospiti gradevolissime per le gabbie degli uomini. Anche se prese adulte, si adattano con facilità; ma è certo più giusto catturarle in età giovane, perché allora si addomesticano più facilmente ed inoltre imparano a ripetere varie specie di suoni.

Un'allodola

LODOLA SENTINELLA (Macronyx capensis)

L'appellativo di «sentinella» si addice a questo uccello per l'abitudine che ha, in caso di sorpresa o di pericolo, di lanciare un grido che si avvicina al grido d'allarme dei soldati francesi. Lunga più di diciassette centimetri, con un'apertura alare di ventotto e coda di sei, è caratterizzata dai lunghi speroni delle dita posteriori, che superano notevolmente la misura delle dita stesse e sono più o meno ricurvi. Per quanto riguarda i colori, la Sentinella è la più variopinta tra le lodole. Sulle parti superiori è diffuso il color cenere-scuro con orli più chiari, l'addome è uniformemente tinteggiato di rosso-ruggine, la gola è delimitata da una fascia nera e l'occhio sormontato da una striscia rossiccia. L'iride è bruna, il becco grigio e i piedi giallastri. Nelle femmine tutti i colori appaiono alquanto sbiaditi. La Lodola Sentinella abita tutta l'Africa meridionale, e predilige le pianure erbose e le rive dei ruscelli. Con steli e piccole radici costruisce il suo nido tra i cespugli, e vi depone da tre a quattro uova di colore azzurrognolo, cosparse di macchioline bruno rossicce. Possiede una carne estremamente saporita, il che la espone continuamente alle insidie dei cacciatori.

LODOLA CORRIERA DEL DESERTO o LODOLA BECCO CURVO (Alaemon alaudipes)

Costituisce l'anello di congiunzione tra le lodole e certe specie di uccelli corridori, dei quali ripete alcune delle caratteristiche. Il suo corpo è molto allungato, così come il becco che è, inoltre, debole e notevolmente ricurvo; i tarsi sono anch'essi molto allungati, mentre le ali sono piuttosto brevi. Per quel che riguarda le misure, la Lodola Corriera del Deserto raggiunge in lunghezza i venti centimetri, ha una apertura alare di trenta e otto centimetri di coda. Sulla testa è di colore grigiastro, gialliccia sul dorso e sulle copritrici delle ali, bianca nelle parti inferiori col petto ornato di poche macchie longitudinali bruno-nere, mentre sotto e dietro l'orecchio si estende una macchia grigio-scura. Le remiganti primarie sono bianche alla base e nere all'apice, quelle secondarie sono candide con una fascia nera nel mezzo cosicché ne risultano due fasce bianche sulle ali. Anche su alcune copritrici della coda si ripete il colore gialliccio del dorso. Le più esterne sono nere col vessillo esteriore bianco, le altre nere con margini giallicci. Gli occhi sono bruno-chiari, becco e piedi color corno sbiadito. La femmina è uguale al maschio in tutto tranne che per la mole molto più piccola; i giovani hanno le penne delle parti superiori cinerine. Non è raro trovarla nei deserti del nord-est dell'Africa, ma è più frequente in Egitto, fra il Cairo e Suez, dove la si incontra in piccole famiglie di quattro, sei massimo dieci individui, o in coppie che vivono fra loro in buona armonia. Queste coppie si comportano in modo esemplare: sono fedeli, inseparabili; la volontà dell'uno per l'altro è legge. Sul terreno la Lodola Corriera si muove rapidamente, inframmezzando brevi pause alla corsa; quando si alza in volo, procede dapprima quasi verticalmente e poi ondeggiando; arriva a grandi altezze salendo non già lentamente come fanno le altre lodole, ma con un battere delle ali precipitoso, e dopo essersi librata per alcuni istanti, d'improvviso, con le ali raccolte, si lascia cadere fino a terra. In certe occasioni questa specie di giuoco si ripete molte volte ed è molto probabile che il maschio lo compia per divertire la compagna. Il canto è sonoro, ma non particolarmente melodioso; e per quanto riguarda il cibo, quello preferito dalle lodole corriere del deserto è costituito da insetti e sementi. Non temono l'uomo, tanto che si fanno vedere spesso nei cortili delle case e si lasciano avvicinare abbastanza facilmente; i tranelli dei cacciatori le rendono, però, timidissime.

-^

16 Mag. 2025 2:31:42 am

disclaim ^up^ down home Condividi pinterest instagram pinterest email facebook pinterest

Web Trapanese eXTReMe Tracker
Web Trapanese free counters

gbm w3c

Shiny Stat

-^

Copyright (c) 2002-20 trapaninfo.it TP Comuni